La via del Confine Pacifico
Itinerario ad anello
Spesso ignorate a favore delle Dolomiti più celebri, le Vétte Feltrine offrono paesaggi unici e di elevatissimo valore ambientale, dove lo sguardo può correre verso il cuore dei Monti Pallidi, da una parte e le Prealpi venete, dall’altra. Oltre a quel senso di isolamento e silenzio, che i luoghi più turistici hanno perso, camminare su crinali e i valichi dove passava l’antico confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Asburgico, vuol dire anche seguire le tracce di pastori, contrabbandieri, soldati e botanici. Un confine che fu sempre pacifico e, quasi a dispetto dell’idea di dividere, ha sempre unito la vallata feltrina con il Primiéro.
“La via del confine pacifico” è un anello ideato da Teddy Soppelsa che lo ha descritto nel numero di agosto-settembre 2017 della rivista Skialper. La finalità di questo tracciato, che ha il pregio di unire alcuni dei più suggestivi sentieri CAI del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, è di camminare in ambienti naturali unici al mondo e di promuovere il rifugio come luogo in cui vivere un’esperienza autentica a contatto con la montagna.
In base al tempo a disposizione e alla preparazione fisica, “La via del confine pacifico” si può compiere in 2 o 3 tappe, appoggiandosi per i pernottamenti ai rifugi della Sezione CAI Feltre (Rifugi Bruno Boz e Giorgio Dal Piaz). Il tracciato è concepito come un anello ed è possibile partire sia dal versante meridionale (dalla Val Canzoi o dal Passo Croce d’Aune) che da quello settentrionale delle Vétte Feltrine (dalla Val Noana).
Il percorso qui è descritto in senso orario con partenza e arrivo in Val Noana.
1 giorno
Difficoltà: E; dislivello complessivo in salita: 650 m; tempi di percorrenza: ore 3,30.
Sentiero 733: Casina Forestale (1135 m), Valpiana di Sotto (1124 m), Valpiana di Sopra (1166 m), Rifugio Fonteghi (1100 m); Sentiero 748: Ponte sul Rio Nèva, Luz (1127 m); Abbandonare il sent. 748 e poi su strada forestale: la Vittoria (1132 m), Vaticano (1150 m), el Belo (1190 m); Sentiero 727 e poi su strada forestale: Casera Nèva Seconda (1741 m), Val Fonda (1670 m), Rifugio Bruno Boz (1718 m). Pernottamento al rifugio Boz.
2 giorno
Difficoltà: EE; dislivello complessivo in salita: 1100 m; tempi di percorrenza: ore 6/6.30.
Sentiero 801 e Alta Via delle Dolomiti n. 2: Rifugio Bruno Boz (1718 m), Passo Finestra (1766 m), Cresta del Monte Zoccarè Alto, spalla Sasso Scarnia (2150 m), Costa Alpe Ramezza (2040 m), Col Veriol (c. 2200 m); Piaza del Diàol (1900 m), Passo Piétena ((2094 m), Busa delle Vétte (1940 m), Passo Vétte Grandi (1999 m), Rifugio Giorgio Dal Piaz (1993 m). Pernottamento al rifugio Dal Piaz.
3 giorno
Difficoltà: EE; dislivello complessivo in salita: 900 m; tempi di percorrenza: ore 6.30.
Sentiero 817: Rifugio Giorgio Dal Piaz (1993 m), Passo Vétte Grandi (1999 m), Coston de le Vétte Grandi (2130 m), Sella delle Cavalàde (2060 m), Col di Luna (2295 m), Monte Pavióne (2335 m), Passo Pavióne (2059 m). Sentiero 736: Malga Agneròla (1577 m), Rifugio Vederna (1324 m), Piàn Grant di Vederna (1254 m). Sentiero 733: bivio e innesto a dx nel sentiero 733 (1230 m), Col Camoz, Frate di Dentro (1421 m), Val di Stua, Pian de le Vederne, Pian Pomer (1100 m c.), Val Boal dei Canalini, Pian Signor (1043 m), Conche Carbonere (1133 m), Casina Forestale (1135 m).
Periodo consigliato: da giugno ad ottobre
Rifugi: Rifugio Bruno Boz; Rifugio Giorgio Dal Piaz; Rifugio Vederna.
Cartografia: Carta Tabacco, scala 1:25.000 il foglio 023; scala 1:50.000 il foglio 4
Attrezzatura consigliata: abbigliamento completo da alta montagna a strati, scarponi robusti con suola scolpita; sacco lenzuolo, bastoncini da trekking, borraccia capiente, ramponcini in caso di tratti ghiacciati o in presenza di neve. Per i pernottamenti, sacco a pelo (o sacco lenzuolo).